L’articolo riporta i risultati di una indagine riguardante i fattori che influenzano la percezione positiva e negativa degli utenti di una città, durante il loro muoversi in aree di pubblico accesso.
L’attenzione si concentra sul quesito riguardante quali usi dei suoli progettati – come parchi, piazze, strade e percorsi – possono essere percepiti stressanti
piuttosto che rilassanti.
L’indagine mira ad identificare gli spazi problematici ed a classificare significativi aspetti urbani in profili caratteristici. Inoltre, si deve prendere in
considerazione l’uso di spazi pubblici in differenti contesti di utilizzo.
L’articolo illustra metodologia e risultati di un sondaggio, al quale hanno partecipato 134 studenti della Technische Universität (TU) di Darmstadt (Università Tecnica di Darmstadt).
Negli spazi in esame furono individuati, come caratteristiche percepite come stressanti, alte emissioni di rumore, traffico elevato e carenza di verde.
Riguardo a stress o rilassamento, non è emersa nessuna correlazione con l’animazione del luogo e con il numero dei posti a sedere.
Caratteristiche come ampiezza, luminosità, grado di sicurezza e stato di costruzione non poterono essere analogamente collegate ad una elaborazione positiva o negativa dello stress.
I contesti di utilizzo dei luoghi durante il lavoro piuttosto che durante il tempo libero mostrano una interrelazione tra sensazione di stress e quella di
rilassamento, cosa che deve essere tenuta in considerazione.
I risultati confermano le esperienze della letteratura consultata. Inoltre forniscono una base per l’identificazione degli spazi problematici tramite le loro caratteristiche.
Con ulteriori indagini, le misurazioni psicofisiologiche potrebbero essere utilizzate per la valutazione oggettiva di tali fattori.
Parole chiave
pianificazione urbana, percezione dello spazio urbano, percezione dello stress, salute.
Articolo completo
INFLUSSI DELL’ AMBIENTE COSTRUITO SULLA PERCEZIONE DELLA QUALITÀ DI VITA NELL’UTILIZZO DEGLI SPAZI URBANI
Martin Knöll, Katrin Neuheuser, Joachim Vogt e Annette Rudolph-Cleff
(tratto da: Umweltpsychologie, 18, Jg., Heft 2, 2014, 84-103).
Traduzione ad opera della dott.ssa Marialfonsa Fontana Sartorio.