Le moderne città non sono state in grado di stare al passo con le sfide poste dal processo di globalizzazione.
L’annullamento delle dimensioni spaziale e temporale, provocato dall’eccessivamente rapido sviluppo tecnologico dei media e dei trasporti, hanno reso l’informazione un prodotto di rapido consumo che circola viralmente per tutto il globo, indifferente alle culture e alle storie locali, e il concetto di spazio non si riferisce più ad un luogo “identitario, relazionale e storico” (Augè), ma alla possibilità di raggiungerlo ed appropriarsene.
Allo stesso modo, gli interessi di mercato oltrepassano i confini (e la sovranità) degli Stati, passando così l’economia dalla logica del welfare alla logica del profitto.
Infine, l’abbattimento delle distanze e la concentrazione dei flussi economici – insieme agli interessi politici ed economici di diversi soggetti – portano ad un incremento esponenziale dei flussi migratori dai paesi più poveri a quelli più ricchi e dalle campagne alle città.
Tutti questi fattori provocano svariate e nefaste conseguenze, tra le quali il collasso delle identità culturali, riferimento indispensabile ad ogni individuo per definire la propria identità e per posizionarsi rispetto al gruppo sociale.
Articolo completo
SVILUPPO URBANO E RESILIENZA NELLA CITTA’ IN CRISI
(tratto da: Corrado BEGUINOT, Un manifesto Un concorso, the Right to the City for All, 34/Tenth Tome, Series of Urban Studies, Giannini, Napoli, 2014)